Cornus fu un’antica città fondata dai Cartaginesi alla fine del VI sec a.C. su un preesistente insediamento nuragico. Era situata a circa 2,5 km dalla frazione di Cuglieri di Santa Caterina di Pittinuri, sulla collina di Corchinas e tra le attuali zone di S’Archittu e Torre del Pozzo. L’area era ricca di risorse naturali, tra terreni fertili, boschi e minerali, e costituiva il centro più importante del Montiferru e con il suo porto era anche una tappa importante sulle rotte che all’epoca costeggiavano la Sardegna.
Cornus è famosa per la rivolta sardo-punica del 215 a.C. contro i Romani, capeggiata da Amsicora, originario della città. All’epoca infatti i Romani avevano sconfitto i Cartaginesi e si preparavano a conquistare tutta l’isola, e Cornus fu la città che si oppose più energicamente alla conquista: tuttavia, dopo due battaglie fu espugnata e divenne una delle città romane più importanti dell’isola. In seguito, in epoca altomedievale fu uno dei primi centri dell’isola di diffusione del cristianesimo. Essa fu trasformata e si sviluppò in due zone: l’abitato interno alle mura con torri sulla collina di Corchinas, e il polo cristiano fuori le mura, sorto in seguito alla creazione di un’area funeraria nel IV secolo nella zona di Columbaris. In origine pare esistesse in quest’area un edificio termale di cui sono emerse tracce negli scavi. Fu costruita una prima basilica, e successivamente venne realizzato un complesso più importante, costituito da un’altra basilica, dal battistero e da un edificio, probabilmente il palazzo episcopale. Qui secondo gli storici si trovava la sede della diocesi. Il complesso venne abbandonato dopo il X secolo.
Oggi di Cornus punica rimangono resti delle antiche mura, sepolture e resti di cultura materiale, di epoca romana sono pervenute tracce dell’acquedotto e sepolture, tre epigrafi e due statue. Dell’epoca paleocristiana sono visibili le tre basiliche: quella cimiteriale, quella episcopale e quella liturgica con battistero.